C(r)edi all’amore
Quest’anno presenta una particolarità: nello stesso giorno ricorrono due feste molto diverse ma che io trovo collegate l’una all’altra. È Mercoledì 14 Febbraio, la festa degli innamorati e allo stesso tempo la fine del carnevale e l’inizio della Quaresima con il rito dell’imposizione delle ceneri. In questo giorno in cui si dovrebbe dimostrare l’affetto contemporaneamente si respira l’aria di quello che molte volte passa come periodo triste. Sembrerebbe contraddittorio.
“Ricordati che polvere sei e polvere ritornerai”, così si apre la Quaresima. Il fatto è che a volte la polvere ha paura di essere solo polvere. Questa frase, in realtà, come ci suggerisce A.D’Avenia, è sinonimo di “ricordati che sei fatto per essere amato e per amare”, perchè questa è la nostra natura. Amando ed essendo amati il sé autentico trova la sua strada tra le mille menzogne e illusioni che promettono felicità al prezzo del controllo. Quando ci si innamora è come rinascere, e la fame di nascere è più radicale della paura di morire. L’amore ci rende liberi veramente, perchè ci dà il coraggio di diventare noi stessi.
Nel precedente articolo D’amore si muore, non si uccide ho scritto che innamorarsi è cadere. C’è un altro aspetto da considerare: innamorarsi è anche far accadere, permettendo all’altro di farsi vivo in noi. In-amorarsi è porsi in condizione permanente d’amore, cioè di gioia. La vita innamorata è intensità. L’intensità è tensione tra due poli. Questi sono opposti non perchè nemici, ma perchè relativi, ovvero in relazione (da qui la legge fisica “gli opposti si attraggono” che, applicata all’amore, è diventata banale ma che in realtà così banale non è!).
Come la coppia di occhi, orecchie, narici fanno il vedere, il sentire, il respirare, così il “noidue” fa l’amare, l’uno in due. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che il vero amore esiste, e può durare per tutta la vita. Questo se ce ne prendiamo cura, lo rinnoviamo.
Durante l’imposizione delle ceneri ricordo che viene pronunciata la frase “convertiti e credi al Vangelo”. Al di là del fatto che uno creda o no, la conversione è un cambiamento di ritmo (rhythmós). Il ritmo nella vita e della vita è dettato dal cuore (thymós). È ad esso che dobbiamo rivolgerci e poi ascoltarne il ritmo, quella stessa pulsazione che quando abbiamo visto quella determinata persona è cambiata, è accelerata.
Oggi facciamoci piccoli rinunciando al superfluo, combattendo contro ciò che la felicità ce la toglie. Rinunciamo alle maschere, non vergognamoci delle nostre fragilità perchè, se ancora non l’hai trovata, là fuori nel mondo c’è la persona che è disposta ad amare anche la parte meno nobile di te. Come te ne accorgerai? Beh è facile, la vita cambia ritmo. Allora tu cedi a questo ritmo. Allora credi all’amore.