D’amore si muore, non si uccide
Per ricordarci che le donne vanno ammirate e mai toccate, così rispondo. Sic itur ad astra, così si sale alle stelle: amando. Amore non è possesso, amore è libertà.
Mi ha sempre affascinato la storia di Icaro: lui in fondo non è precipitato per aver osato troppo, ma per averlo fatto con le ali sbagliate.
Quali sono quelle ali che ci permettono di volare con e per la persona che amiamo?
La cera dell’ossessione che si scioglie non appena si avvicina al sole della realtà è la mancanza di donarsi per l’altro.
Il mito della creazione secondo il cristianesimo spiega l’origine della donna come proveniente diretta dalla carne dell’uomo. Da una costola è stata tratta. Sotto l’altezza del braccio, se ci fate caso. Perché? Perché venisse protetta. All’altezza del cuore. Perché? Perché venisse amata.
Realizziamo che allora nell’innamoramento ci deve essere ben poco “io”, ma piuttosto un “noi”. Si tratta -come ci ricorda A. De Saint-Exupéry- di guardare insieme nella stessa direzione, il che vuol dire sacrificare il nostro ego.
A dispetto delle distinzioni tra le molteplici forme dell’amore, in realtà l’amore nella sua essenza è uno solo. Anzitutto è l’ingresso di un evento inatteso (il caos) dentro il sistema ordinato di una singola esistenza, a seguito del quale si produce uno sconvolgimento dell’ordine esistente (il logos), che dapprima produce ulteriore caos e poi giunge alla formazione di un nuovo centro vitale, un nuovo sistema, un nuovo logos. Questo processo avviene passando sempre attraverso il travaglio della passione (il pathos) nel duplice senso del termine, nel senso di ciò che produce sofferenza e nel senso di ciò che appassiona e produce energia. “Né lo si domina, né se ne è dominati” ci ricorda Hegel.
In italiano diciamo “innamorarsi”, verbo che deriva dal termine “amore” cui è preposta la preposizione “in” con valore di moto a luogo, più precisamente di ingresso in un luogo. È un verbo usato quasi sempre all’intransitivo pronominale “io mi innamoro”, mentre l’uso transitivo è pressoché inesistente. Lo spagnolo “enamorarse” e il tedesco “sich verlieben” sono analoghi all’italiano.
Molto più incisivi risultano l’inglese “fall in love” e il francese “tomber amoureux”, letteralmente “cadere in amore/ cadere innamorato”. Sanno rendere molto meglio la condizione di passività e quasi di preda in cui l’innamorato si ritrova.
Abbiamo un’ala sola, di conseguenza non possiamo volare. Quando all’inizio ho parlato di Icaro e delle sue ali era perché volevo si arrivasse qui: abbiamo bisogno, nel profondo della nostra anima, di volare. Dal sacrificio, dalla disposizione alla sofferenza, dall’ascolto, noi riusciamo ad avvicinarci a quell’anima con la quale noi poi prenderemo il volo durante la nostra vita.
Mecum vola,
Vola via con me.
Volando -ri-usciremo a vedere le stelle.