La musica secondo Hoffmann: “la più romantica delle arti”

Lo scrittore riconosce nella musica la presenza di ogni passione: l’amore, l’odio, la rabbia e la disperazione. La sua finalità è quella di cogliere intimamente la natura essenziale dell’uomo. La musica che si apre come porta sull’inconscio si fa strumento di “redenzione” (Wackenroder), dando spazio a quella “nostalgia infinita” che, secondo Hoffmann, è l’essenza del Romanticismo. In questo periodo, infatti, era diffusa l’associazione al topos della “lingua degli angeli”, in radicale allontanamento dall’estetica dell’Illuminismo (“È piuttosto godimento che coltura” afferma I. Kant).
La musica può risollevare la nostra anima, perché il suo linguaggio è un magico mezzo che ci commuove, dandoci energia e guarendoci. È salvezza non solo per il compositore, che quando scrive attinge all’infinito, ma anche per l’interprete. Il “musicista” non si limita e non si deve limitare mai a suonare ciò che c’è scritto, bensì indagare su cosa c’è al di là dello spartito, scegliendo con cura i suoni più affini alla sua sensibilità.
Grazie all’interpretazione si possono rivivere tutti quegli stati d’animo che si trovano nella musica. Per questo, suonare, oltre ad essere uno sforzo, è una grazia.
Già dal XI secolo la musica diviene un’arte “letteraria”: un’arte da scrivere e da leggere, oltre che da vivere nella sua concretezza sonora.
Quando suoniamo, non suoniamo il brano “A”, suoniamo la vita delle persone tessuta in un meraviglioso racconto di alti e di bassi, di lunghi e di brevi momenti che ci rendono umani. Perfino la pausa non è niente: è ciò che in assenza di suono ci suscita ancora più sconvolgimento interiore creando il silenzio. In quell’istante noi sentiamo il suono del silenzio, non è vero che non sentiamo niente. E dobbiamo ascoltarlo.
Nella musica, come nella vita, ci saranno momenti di silenzio. Ciò che dobbiamo fare noi è ascoltarli, non riempirli, perché è dall’ascolto del silenzio che può nascere la melodia umana migliore di tutte.
È forse l’amore? Beh, la musica nasce come il più grande atto d’amore: il donarsi attraverso ciò in cui noi mettiamo tutto noi stessi.
È la voce dell’anima.