Perché questo nome?
Alla figura di Socrate è attribuita la ricerca dell’êidos come definizione reale di qualcosa, della sua funzione (érgon) o virtù (areté) caratteristiche.
Ma è con Platone che il termine assume un significato filosofico specifico: êidos è la specie intellegibile e incorporea, eterna e separata dagli enti sensibili, della quale questi partecipano per essere ciò che sono. Le azioni giuste, per esempio, sono giuste in quanto partecipano della giustizia o specie ideale del giusto.
Nel pensiero contemporaneo êidos è termine tecnico della filosofia di E. Husserl a partire dalle Idee per una fenomenologia pura (I, 1913), dove è distinto da idea e assunto con il significato di “essenza” (Wesen) a designare il risultato della “riduzione eidetica” della coscienza individuale e del suo “flusso di esperienze vissuto” (Erlebnisstrom) al puro campo della coscienza, alla coscienza pura o trascendentale.